Card. Lambertini, Annotazioni sopra il santo sacrifizio della messa, XXXIII

Card. Prospero Lambertini / Annotazioni sopra il santo sacrifizio della messa 33

[Palla – Velo – Borsa]

Card. Prospero Lambertini

XXXIII. La palla è un piccolo corporale, con cui si cuopre il calice. Innocenzo III nel lib. 2 De mysteriis missae al cap. 36 descrive questa palla come distinta dal corporale più grande: «Duplex est palla, quae dicitur corporale, una, quam diaconus super altare totam extendit, alteram quam super calicem plicatam imponit»: e Rodulfo Tungrense nel libro De canonum observantia alla proposiz. ultim. attesta che nel suo tempo il costume della piccola palla sopra il calice era in uso appresso gl’italiani e gli alemanni, ma che i francesi si servivano d’un solo corporale. Oggidì alcuni si servono di due palle, una pel calice e l’altra per l’ostia. Il pontefice Paolo IV concesse l’uso della doppia palla ai PP. Teatini: dal che poi nasce la controversia, se i sacerdoti secolari o regolari d’altra religione che vanno a celebrar la messa nelle loro chiese, possono servirsi della doppia palla: sopra la qual controversia possono vedersi il Gavanto, il Pasqualigo, il Quarto e il moderno P. Merati. Il velo che si pone sopra il calice chiamasi ancora «Peplum», ed anche «Sudarium». Antico è l’uso del velo, con cui si cuopre il calice; leggendosi nel can. 72 fra quelli detti apostolici, che il velo santificato non si converta in uso profano. E’ d’uopo che una volta fosse di lino; mentre ritroviamo l’ordine che si lavasse; ma oggi deve esser di seta, secondo la rubrica, conforme anche ben riflettono il Gavanto e il Merati. I greci hanno tre veli, uno con cui cuoprono la patena, l’altro con cui cuoprono il calice, il terzo con cui cuoprono i predetti due: e questo terzo lo chiamano Aria, ossia Aere, perché a modo d’aria si spande intorno ai sacri doni, come può vedersi appresso il cardinal Bona nel lib. 1 Rer. Liturg. al cap. 25 num. 11, il quale ancora dice esser passato questo costume in tutto l’oriente dalla Chiesa di Gerusalemme. La borsa si dice anche pera; ed in essa si ripone il corporale: ed il Gavanto sopra la rubrica De praeparatione sacerdotis celebraturi racconta che da s. Pio V fu conceduto agli spagnuoli il privilegio di portare il corporale fuori della borsa.

 

Cfr. P. Lambertini, Annotazioni sopra il santo sacrifizio della messa secondo l’ordine del Calendario Romano, Torino, Speirani e Tortone, 1856, pp. 27-28.

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