Turrini Vita denuncia la crisi di legalità nella Chiesa

Il presidente di “Una Voce” parla dei tanti sacrifici dell’associazione che dal 1969 conserva il rito romano antico e la millenaria tradizione del canto gregoriano

“Con questo Sinodo cambieranno molte cose”

Turrini Vita denuncia la crisi di legalità nella Chiesa

di Ruggiero Capone

Il 2 Ottobre 2005 è iniziata la XIesima “Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi”, che si concluderà il 23 ottobre. Ed oggi si svolgerà l’assemblea generale della “Federatio Internationalis Una Voce”, per l’elezione del suo nuovo presidente: federazione delle associazioni nazionali “Una Voce”, per la salvaguardia della messa in latino e del canto gregoriano. Sinodo ed assemblea sono due appuntamenti solo apparentemente distanti, infatti, il Pontefice è notoriamente molto attento all’attività di Una Voce che, dal 1969, custodisce e continua la tradizione. L’associazione annovera migliaia di iscritti in tutto il mondo, tra loro padre Gianni Baget Bozzo e Carlo Marconi (presidente di “Una Voce” a Roma). L’opinione ha analizzato questo particolare momento con Riccardo Turrini Vita (magistrato, esperto di storia del cattolicesimo, presidente nazionale di “Una Voce”).

Cosa si aspetta dal Sinodo?

Come studioso non ho attese dal Sinodo. Come presidente di “Una Voce” voglio precisare la natura del Sinodo, che è luogo di consultazione del Santo Padre con episcopato: ampia discussione sulla pastorale e sulla dottrina in questo tempo. Non vi sono ragioni particolari per attendersi un interesse dal Sinodo in materia liturgica (e particolarmente sul rito antico) se non fossero state diffuse notizie circa una consultazione, effettuata in ordine ai desideri dei fedeli nel mondo, che vogliono continuare la celebrazione con il rito romano antico. Visto questo, è stato posto all’evidenza. C’è da sperare che il Sinodo esamini, con animo pastorale profondo e considerazione giuridica e storica, la situazione del rito antico. Non posso che ribadire quanto Una Voce afferma dal 1969, e cioè che il rito nuovo è legittimo e valido: ma che nessuna disposizione ha abrogato il rito antico. C’è dubbio se sia compatibile con la costituzione divina della Chiesa abrogare un rito, comunque la questione non si sposta. Nessun ostacolo giuridico si oppone a che sia celebrato. Esistono numerose comunità che hanno visto rifiutata l’accoglienza della loro richiesta ai vescovi, inoltrata secondo le disposizioni della Santa Sede. Questo è certamente un tema che mette in crisi la comunione, oltre a manifestare una grave crisi di legalità all’interno dell’istituzione ecclesiastica.

È da più di trent’anni che cercate un punto d’incontro?

Storicamente molti incontri si sono avuti, e già dagli anni ’70, fra i vertici internazionali di Una Voce e le congregazioni romane: e con vari cardinali prefetti o prelati preposti. Una lunga consuetudine, che ancora in anni recenti s’è mantenuta, ma che non sostituisce il colloquio nelle singole diocesi, tra rappresentanze locali di Una Voce e i loro vescovi: questo è nella natura della Chiesa. A questo notevole scambio di punti di vista, raramente succede una adeguata considerazione operativa.

Occorre rilevare che c’è un problema tra gli enunciati negli atti normativi del Pontefice ed il comportamento delle singole diocesi. E raramente si trova una adeguata risposta. Spesso si ha la percezione che le norme non siano percepite come obbliganti.

Il Papa vi conosce da tempo?

Il Santo Padre, attualmente regnante, conosceva il presidente fondatore di Una Voce, l’attuale presidente è austriaco. Le nostre presenze più numerose sono in Usa, Germania, Austria e Francia. E un forte movimento laico.

Ma la messa in latino ed il canto gregoriano sembrano riconsiderate?

Da qualche anno si assiste ad una riconsiderazione del canto gregoriano e della lingua latina. Fin dall’inizio, l’abbandono di questi due tesori fu criticato anche da tanti uomini di cultura, anche non religiosi: fu oggetto anche di appelli nei primi anni ’60, provocati dai fondatori di Una Voce. Certamente, tra i molti attori di questa permanenza culturale, artistica, storica e naturalmente religiosa e liturgica si pone anche la federazione Una Voce.

cfr. “L’Opinione”, 8 ottobre 2005, www.opinione.it

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