Card. Lambertini, Annotazioni sopra il santo sacrifizio della messa, II

SEZIONE  PRIMA

Nella quale si discorre del luogo, in cui si celebra la messa,
de’ sacri vasi del sagrifizio, delle vesti sacerdotali, d’ogni parte
della messa e de’ sacri riti e delle cerimonie di ciascheduna.

Card. Prospero LambertiniII. La regola principale si è, che la messa dee celebrarsi nelle chiese consagrate dal vescovo, o benedette da esso, o da qualche sacerdote per di lui commissione, (potendo commettersi a chi non è vescovo la benedizione, ma non già la consagrazione della chiesa, che dee farsi dal vescovo, o da un altro vescovo di sua commissione) oppure nelle cappelle private, che sono nelle case, delle quali è stata data licenza da chi la può dare, di celebrarvi; essendovi però alcuni casi particolari, ne’ quali per varie circostanze si può celebrar la messa fuori delle chiese e delle cappelle poc’anzi indicate. Le autorità dei sacri canoni, che provano quest’assunto, saranno da noi portate nella sezione seconda, che risguarda il pratico; come pure in essa saranno indicati i casi, ne’ quali può celebrarsi la messa fuori delle chiese e delle cappelle; né si tralascerà ivi d’indicare alcuni dubbi, che risguardano il celebrarla, giusta l’odierna disciplina, nelle cappelle private; per lo che presentemente ci ridurremo a discorrere del luogo in cui ne’ primi tempi della Chiesa ed anche ne’ tempi di mezzo celebravasi la messa.

 

Cfr. P. Lambertini, Annotazioni sopra il santo sacrifizio della Messa secondo l’ordine del Calendario Romano, Torino, Speirani e Tortone, 1856, p. 6.

 

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