In ricordo di Elsa Bolzonello Zoja

Elsa Bolzonello Zoja (1937-2007)

Nell’ambito dei «Concerti in ricordo Elsa Bolzonello Zoja (1937-2007)», promossi dagli Amici dei musei e dei monumenti di Castelfranco Veneto e della Castellana, il 21 aprile 2017 alle 21 presso l’oratorio (prima parte) e la chiesa (seconda parte) di S. Marcello in S. Filippo Neri (dei Filippini) a Vicenza (Corso Palladio 35) il maestro Massimo Bisson, nostro consocio, terrà un concerto d’organo con musiche rispettivamente di S. Bertoldo, G. Frescobaldi, J. J. Froberger, B. Storace e di D. Buxtehude, J. Pachelbel, J. G. Walther.

Una Voce Italia si associa nel ricordo di Elsa Bolzonello, scomparsa dieci anni orsono il 26 marzo 2007, socia onoraria della Sezione Paolo Zolli di Venezia, che sempre sostenne e promosse da sua pari la Messa tridentina e la musica sacra tradizionale.

Riproduciamo quanto ne scrisse lo stesso maestro Bisson che le fu allievo (cfr. www.unavoce-ve.it 11 ago. 2008):

Ricordo di Elsa Bolzonello

Elsa Bolzonello, trevigiana, aveva frequentato il Conservatorio Pollini di Padova, dove si era diplomata in pianoforte, organo e composizione. I titoli musicali certo non le mancavano ma, come lei spesso diceva, «non sono questi che fanno il musicista». Si era specializzata nella musica antica studiando con grandi interpreti come Leonhardt e Tagliavini; aveva così scoperto l’organo – amava dire – solo dopo il diploma: in Italia infatti, negli anni Sessanta, la scuola organistica non aveva ancora compiuto progressi decisivi verso l’interpretazione filologica della musica antica. Oggi invece, grazie alla silenziosa opera di buoni maestri come Elsa, si può dare per assodato tutto questo: grazie al suo intelligente intuito, infatti, molti giovani si sono affezionati alla tradizione musicale italiana, riscoprendo organi storici di altissimo pregio con i quali gustare i più grandi capolavori di ogni tempo, il repertorio di quei secoli in cui l’Italia faceva scuola a tutta Europa. Grazie all’impegno continuo della professoressa Bolzonello (che era anche Ispettore onorario per la tutela degli organi storici), decine di organi antichi si sono salvati dalla distruzione, soprattutto negli anni in cui le Sovrintendenze non capivano l’importanza di tali reliquie sonore.

Alla fine del 2006 aveva raggiunto il pensionamento dopo quarant’anni di insegnamento, trenta dei quali passati come docente d’organo al conservatorio «Benedetto Marcello» di Venezia: a malincuore aveva lasciato i suoi allievi per i quali nutriva un autentico affetto materno; le rimaneva comunque l’orgoglio di avere educato dei buoni organisti (dei «fuoriclasse», diceva). Nell’epoca della spazzatura culturale, Elsa Bolzonello non smetteva di inculcare ai suoi «ragazzi» i principi fondamentali dell’arte, fatta di sottili dettagli che magari non sono percepibili all’ascoltatore comune, ma che fanno la differenza tra il vero organista e il «dattilografo». Passava lunghi momenti a discutere con gli studenti sull’importanza di non cedere allo sconforto nel vedere i soliti strimpellatori di chitarra eclissare organisti di valore nelle chiese di ogni dove: incitava a combattere la battaglia per la buona musica, affinché un giorno le navate si riempissero nuovamente della celeste musica del canto gregoriano e dell’organo.

Negli ultimi anni, Elsa aveva riscoperto con grande gioia il rito tridentino, partecipando alla messa domenicale presso la chiesa di S. Canziano a Padova e frequentando, non raramente, anche le celebrazioni di S. Simon a Venezia. Dato il suo impegno a favore della liturgia e della musica sacra tradizionali, nel 2006 Una Voce Venezia l’aveva nominata socio onorario.

Massimo Bisson

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