Roma 11 giugno 2016 incontro per il 50° di Una Voce Italia e Te Deum di ringraziamento

Una Voce Italia

L’11 giugno 2016 a Roma nella Sala Margana, alla presenza di mons. Guido Pozzo, arcivescovo tit. di Bagnoregio e segretario della Commissione Ecclesia Dei, Una Voce Italia ha ricordato il cinquantesimo della sua fondazione.

Il presidente nazionale Fabio Marino ha aperto l’incontro dando lettura all’indirizzo di saluto fatto pervenire da Felípe Alanís Suárez, presidente della Federazione Internazionale Una Voce (cfr. qui). Ha preso la parola Riccardo Turrini Vita, già presidente nazionale, che portato il suo saluto e una testimonianza sul proprio incontro con la liturgia tradizionale e l’azione nella associazione. Sono poi intervenuti il presidente della Sezione Romana Lorenzo Cavalaglio e Carlo Marconi, suo ultimo predecessore.

Dopo questi interventi Filippo Delpino ha tenuto la relazione celebrativa dal titolo «Spes contra spem, l’ardua difesa della Liturgia Romana», ricordando la fondazione del sodalizio avvenuta il 7 luglio 1966 in Roma allo studio del notaio Aurelio Cinque all’Esquilino a opera di Filippo Caffarelli, Guerino Pacitti, Carlo Belli, Luciano Sacchetti, Paola Biancotti. Il relatore ne ha evidenziato la novità, la necessità, la provvidenzialità. Alcuni laici assumevano un ruolo attivo nella difesa delle tradizioni liturgiche della Chiesa romana, nella convinzione che ciò fosse compito anche laicale e non riservato ai soli chierici: tale franca determinazione si contrapponeva al dilagante abbandono del latino, del gregoriano e della polifonia classica a opera del clero, che capovolgeva quanto decretato dal Concilio (SC 36, 1-2). Ai fondatori di Una Voce – ha insistito il relatore – va riconosciuto il merito di avere intuito il baratro che stava per aprirsi – l’ampiezza e la gravità della «rivoluzione liturgica» -, e di aver tempestivamente chiamato i fedeli più accorti a difendere il rito romano. Delpino ha poi ricordato la risposta negativa, le accuse di disobbedienza che questi fedeli dovettero patire, gli anni di una «difesa ardua» fra l’ostilità e più ancora lo sprezzo dei pastori. Dopo un decennio di sofferenze, il lento ritorno della speranza: da Dominicae cenae di san Giovanni Paolo II (1980) all’indulto della Quattuor abhinc annos (1984) all’Ecclesia Dei adflicta con la costituzione della Commissione Ecclesia Dei (1988), e finalmente, diciannove anni dopo, papa Benedetto XVI con il Motu proprio Summorum pontificum (2007) restituiva e assicurava la libertà dell’uso dei libri liturgici vigenti nel 1962. Ciò si traduceva nell’Urbe nell’erezione della parrocchia personale della Ss.ma Trinità dei Pellegrini (2008). Il relatore ha ricordato gli uomini e le donne che combatterono la buona battaglia negli anni difficili, a Roma e nelle sezioni locali. Prima fra tutti Cristina Campo, animata da una vibrante passione liturgica che seppe trasmettere e suscitarne attorno a sé un riverbero con un’incessante e quasi febbrile attività che giunse a coinvolgere nella difesa della liturgia tradizionale nomi illustri della cultura, delle arti, delle lettere. A conclusione un grato e commosso ricordo dei molti sacerdoti che continuarono a celebrare la Messa della loro ordinazione, con un particolare tributo a mons. Renato Pozzi che nei tempi di privazione faceva vivere la vera liturgia alla chiesa romana di S. Girolamo della Carità. Da S. Salvatore in Campo, altra chiesa che ha ospitato Una Voce, a S. Girolamo della Carità e ora alla Ss.ma Trinità dei Pellegrini, chiese legate tutte a san Filippo Neri: la difesa e la preservazione dell’antica liturgia romana, vera opera di Controriforma, – così Delpino – sono state e sono provvidenzialmente poste sotto la protezione del compatrono di Roma.

Al termine della seduta gli astanti si sono recati alla vicina chiesa di S. Maria in Portico in Campitelli, ove mons. Pozzo ha officiato il solenne Te Deum di ringraziamento davanti al Ss.mo esposto, con il servizio liturgico della Fraternità Sacerdotale della Familia Christi guidata da don Riccardo Petroni.

La Cappella Musicale di S. Maria in Campitelli diretta dal maestro Vincenzo Di Betta ha eseguito il Te Deum per doppio coro (8 voci) e organo ad libitum, appositamente composto per il 50° di Una Voce Italia dal giovane maestro padovano Gabriele Taschetti. La composizione ha ampiamente attinto alle melodie del Te Deum solenne gregoriano, sfruttando armonie di stile contemporaneo che si muovono tuttavia nell’alveo della tradizione della musica modale. Il carattere dell’opera, a tratti magniloquente e sontuoso, a tratti delicato e mistico, esalta l’antico testo latino, rivelando ancora una volta la freschezza e l’attualità dell’autentica musica sacra.

 

Giubileo di Una Voce Italia, Roma 11 giugno 2016 - 1

Giubileo di Una Voce Italia, Roma 11 giugno 2016 - 2

Giubileo di Una Voce Italia, Roma 11 giugno 2016 - 3

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